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> Il Reparto Alta Velocità, a Desenzano del Garda
Miky
Inviato il: Giovedì, 11-Ott-2012, 22:06
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Ali Italiane quindi conferma che non ha mai volato?


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Iscandar
Inviato il: Venerdì, 12-Ott-2012, 10:00
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Errore mio wiki dice di no, la mia mia memoria falla.

qui una foto presa da wiki

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QUOTE (wiki)

I problemi tecnici e l'abbandono  [modifica]Nel 1929 il pilota collaudatore Tommaso Dal Molin (medaglia d'argento al valore aeronautico) riuscì ad eseguire alcuni test, usando la sola elica posteriore.


Vista di profilo della "elegante e filante" linea del Piaggio Pegna PC-7Il velivolo, in questa condizioni, aveva un comportamento simile ad un aliscafo. Le alette, che rimanevano sommerse, mantenevano il muso del P.C.7 sopra la superficie dell'acqua; pur non riuscendo mai, durante le prove effettuate, ad effettuare un vero decollo[3].

La frizione che agiva sull'elica posteriore manifestò diversi problemi in fase di innesto, fra cui copiose perdite d'olio dentro la fusoliera. In queste situazioni, il motore perdeva potenza, e veniva a mancare la spinta sufficiente per mantenere sollevato il velivolo[12].

I problemi tecnici, che non furono mai completamente risolti, portarono all'abbandono del progetto per la rescissione del contratto da parte della R. Aeronautica. Rescissione contemplata nel caso in cui il velivolo non avesse potuto essere costruito in tempo utile per le corse. La mancanza di tempo utile, per rimediare all'inconveniente meccanico, impedì che si potesse presentare efficiente il velivolo per la Coppa Schneinder di quell'anno, costringendo il progettista, suo malgrado, ad interrompere prematuramente le prove sul veicolo, interrompendo per sempre lo sviluppo dello stesso.

Pur scrivendo l'Ing. Pegna del proprio desiderio di continuare a sviluppare la sua creatura:

« Credo però di poter riprendere questo lavoro che tanto mi appassionò, ed anzi ho la più viva speranza di portarlo a termine e forse di tradurlo in una macchina d uso pratico, ... . »
(Giovanni Pegna da: Alcune idee sugli idrovolanti da corsa. publ.. in The Aeroplane 1931[12])

così non accadrà. Il prototipo rimarrà l'unico progetto di questo tipo mai realizzato dall'Ing.Pegna.

Aeromodelli in scala  [modifica]Nel 1988 è stato costruito da un aeromodellista francese un modello in scala. Questo aeromodello è riuscito a decollare e volare, come originariamente previsto da Pegna, confermando così in modo postumo la bontà del progetto iniziale.[4][5]


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WinstonChurchill
Inviato il: Venerdì, 12-Ott-2012, 10:54
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Grazie Riccardo non avevo mai visto queste immagini clap.gif clap.gif .


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WinstonChurchill
Inviato il: Lunedì, 22-Set-2014, 09:30
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Con modalità un po' singolari - ben descritte nel seguente articolo di Ennio Moruzzi pubblicato in data odierna sul sito del Giornale di Brescia - è stato recuperato il motore del Fiat C 29 perso da Agello, nel 1929, nel Lago di Garda:

"Il motore di Agello: per recuperarlo, in sette nei guai

È finita nel peggiore dei modi l’operazione di recupero del motore dell’aereo di Francesco Agello. Bloccata dai carabinieri intervenuti nel pomeriggio con un elicottero e poi a terra al porto della Zattera. I sette componenti della squadra di sub e di supporto in barca che avevano partecipato all’intervento sono stati invitati in caserma dove hanno sottoscritto un verbale. Sono stati posti sotto sequestro 4 palloni gonfiabili e le schede degli apparecchi fotografici.
A metterli nei guai, secondo le informazioni fornite dal comandante del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Monza, sono stati due elementi. Il primo, riguarda il fatto che il motore apparteneva ad un aereo militare ed è dunque di proprietà dello Stato. L’altro, è che quella zona è sottoposta a vincolo archeologico e per operare serviva l’autorizzazione della Soprintendenza ai beni archeologici della Lombardia non essendo sufficiente quella dei Beni ambientali di Mantova. La posizione dei 7 volontari sarà valutata nei prossimi giorni.
Il tentativo di recupero, hanno raccontato i protagonisti che agivano a loro spese, era iniziato in mattinata. Il blocco motore e l’elica appartenevano ad un aereo Fiat C 29 costruito in due soli esemplari. Affidato al Reparto Alta velocità dell’Aeronautica con sede all’idroscalo di Desenzano era stato pilotato solo da Francesco Agello che nel 1934 conquisterà il record mondiale di velocità. Ebbene, in fase di atterraggio Agello nel 1929 ebbe due incidenti lesionando entrambi i velivoli. Se la cavò una prima volta il 16 luglio. Nel secondo impatto in agosto motore e elica si staccarono e finirono in fondo al lago.
Nel 1971 nel recuperare una rete di pescatori, il motore fu avvistato su un fondale di 50 metri a metà strada fra Desenzano e Sirmione. Alcuni desenzanesi, nonostante gli anni trascorsi, hanno ritrovato il punto esatto dove giaceva.
E ieri hanno avviato il recupero programmato in due fasi. La prima prevedeva il trascinamento a mezz’acqua del motore pesante 6 quintali verso il porto di Desenzano depositandolo ad una profondità di 15 metri. Il recupero doveva essere completato trascinandolo fino alla darsena della Fraglia vela e recuperato con la gru. Così non è andata. «Avevamo completato la prima fase del trasferimento ed il motore era stato posato su un fondale più basso, quando al rientro, erano le 15, è arrivato sulle nostre teste l'elicottero dei carabineri. Il motore è stato poi recuperato e depositato in una darsena di Desenzano. L'unica notizia positiva è che abbiamo potuto leggere la targhetta e quello è davvero il motore dell'aereo che tradì in fase d'atterraggio Agello. Ora la nostra preoccupazione è che questo cimelio venga o rimesso in acqua o sottoposto a trattamenti conservativi. Altrimenti si rischia di perderlo».
Ora il vecchio motore è custodito sotto sequestro sulla darsena della Nautica Carlo a Rivoltella. Ad occuparsi del recupero sotto l'egida dei Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale con sede a Monza sono stati i Volontari del Garda e la Guardia costiera. Tutto proprio ad una manciata di giorni dall'80esimo anniversario del record di velocità assoluto, tuttora imbattuto per la categoria, che Agello stabilì sempre sul Garda nel 1934 con M.C. 72, volando a oltre 709 km/h. Ennio Moruzzi"
Link all'articolo: http://www.giornaledibrescia.it/in-provinc...-guai-1.1914215

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Immagini tratte dal sito del Giornale di Brescia



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Inviato il: Lunedì, 22-Set-2014, 17:37
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Buonasera,di ritorno da una lunga trasferta in Cina,dove solo saltuariamente sono riuscito a collegarmi per "problemi" in rete,leggendo ora questo topic,desidero aggiungere qualcosa per deformazione professionale da "motorista".
Ovviamente oltre alle doti individuali di Agello e degli altri piloti della A.V. e dell'accurata progettazione areo/idrodinamica,il successo fu decretato dallo splendido motore Fiat A6 opera dell'ing. Tranquillo Zerbi allo ra direttore delk reparto progetti speciali e motori corsa Fiat.
Amaramente bisogna poi constatare che negli anni successivi Fiat ed altre industrie furono capaci di realizzare solo "bidoni"! peraltro costruiti su licenza, motori radiali carenti di potenza con più guai che altro, responsabili della morte di tanti eroici ragazzi per le frequenti "piantate" e qui,ci sarebbe da aprire un lungo capitolo sulle "connivenze e forse dimnostrabili corruttele" all'origine dell'immissione in linea di "baracche" inconcepibili.
Addirittura per vedere un motore in linea si dovrà attendere che i tedeschi cedessero gli ottimi motori DB........
Torniamo al Fiat A6:
Due unità motrici accoppiate coda contro coda in tandem (cerco di usare termini comprensibili per tutti) eroganti da 2100 a 3000 cavalli, 4 valvole inclinate per cilindro,alberi a camme in testa (tecnologia divenuta di uso quasi comune negli anni 90) cilindrata totale 50.000 cm cubi peso circa 900 kg. Compressore centrifugo monostadio a 19000 giri incrementabili fino a 24.000 per toccare le potenze massime.
Eliche coassiali (sulla stessa linea d'asse) ottenuta con l'espediente di due alberi di trasmissione cavi rotenti uno dentro l'altro,passando tra le bancate dei motori; soluzione raffinata che risolse tantissimi problemi sia in decollo che in velocità.
Carburatori a 8 corpi farfallati,accensione con 4 magneti.
Gran parte della fusoliera era costruita in duralluminio,i radiatori dell'olio costituiti da tubicini in rame occupavano tutta la superficie della ali.
Lo stesso MC 72 idrocorsa fu protagonista di altri 2 records: record del mondo sui 100 kmh con il T.Col Cassinelli alla velocità media di 629 kmh e coppa Blenoit con il cap.Scapinelli alla media di 619 kmh.
A quei tempi c'era ancora una "sana" competizioni tra le nazioni e l'ordine dei "piani alti" era di strappare a qualunque costo la coppa Schneider, appannaggio per le precedenti 3 edizioni consecutive degli Inglesi,e così fu.
Mi ripeto asserendo quanto sia sconcertante il passo indietro fatto poi dall'industria aeronautica italiana,quanto ci sarebbe da indagare.........quanti personaggi da indicare a pubblico ludibrio......ma,sono argomenti che ormai interessano a pochi,pochissimi appassionati di storia patria.


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