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> Gli eroi delle torpediniere, storia di un marinaio
atfcast
Inviato il: Venerdì, 08-Nov-2013, 17:29
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Salve, sono il nipote di Pietro Castaldi. capo di prima classe sott.le di rotta e di tiro imbarcato sulla torpediniera Lupo e tra i 29 superstiti del suo affondamento.
Mio nonno e' morto ad agosto dl 2005, spesso mi raccontava di quegli avvenimenti e della codardia dimostrata dagli inglesi.Nonostante avessero ormai affondato sia il piroscafo "veloce" che la torpediniera "Lupo", continuarono ad accanirsi contro i superstiti, mitragliandoli in acqua aiutati dalla luce dei bengala.
Scrivo questo per non dimenticare.Dopo l'affondamento, torno a casa letteralmente in mutande, come spesso ci ricordava mia nonna, ma dopo 20 giorni di licenza volle riprendere il mare e fu reimbarcato sulla torpediniera Orsa sotto il comando dell'allora te.di vascello Henke, che negli anni 70 arrivo' ad essere il capo di stato maggiore della difesa.
L'epopea delle torpediniere viveva nei suoi ricordi e negli episodi eroici di cui si e' poco parlato per decenni.Marinai italiani che combattevano e morivano per la Patria e per il re e a cui i fascisti nel dopoguerra fecero in modo di oscurare ogni onore (come avvenuto per i marinai della corazzata Roma ( tra di essi peri' anche mio zio, marinaio Gennaro Castagna), pochi furono gli onori e molti i silenzi.
Mio nonno usci' dalla guerra con 1 croce al valor militare, una medaglia d'argento e tre encomi solenni.Uomo mite e di onore, lavoro' in marina militare fino agli anni 60, poi dopo la pensione, si dedico' alle opere di volontariato presso strutture di accoglienza per poveri.E' stato un nonno esemplare di cui posso andare fiero, anche per le storie di cui fu protagonista e di cui mai ci volle raccontare.Negli anni 80, il giornalista Enzo Biagi si interesso' della sua storia come persona informata dei fatti.Mio zio impedi' l'intervista poiche' mio nonno ancora soffriva di incubi notturni dovuti a cio' che aveva vissuto in prima persona.......
Sono anch'io alla ricerca di qualche foto risalente ai mesi prima del disastro, se qualcuno ne avesse, li prego di pubblicarle.grazie molte
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Miky
Inviato il: Venerdì, 08-Nov-2013, 23:24
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Una storia davvero molto toccante. Suo nonno ha per caso tenuto un diario di guerra?


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atfcast
Inviato il: Sabato, 09-Nov-2013, 12:49
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QUOTE (Miky @ Venerdì, 08-Nov-2013, 22:24)
Una storia davvero molto toccante. Suo nonno ha per caso tenuto un diario di guerra?

Non lo so, i suoi ricordi sono custoditi da mio zio che purtroppo data la distanza,vedo raramente, ma appena possibile chiedero' di averne accesso e se sara' possibile ne prendero' qualcuno per me.Quello che posso dire e' che la storia della regia marina militare andrebbe riscritta per larga parte perche' su molti episodi si e' taciuto soprattutto da parte inglese che avevano il brutto vizio di non confermare spesso i danni e gli affondamenti subiti.Memorabile fu la battaglia di Creta quando il solo "Lupo" affronto' 4 unita' inglesi infliggendo notevoli danni riuscendo poi a dileguarsi e a salvare gran parte dei "caicchi" che scortava.Mi ricordo anche di un episodio successivo di cui mi raccontava mio nonno, quando a bordo della torpediniera "Orsa",il comandante decise di simulare un'avaria per prendersi qualche ora di liberta' e concedere un bagno di mare all'equipaggio.Si rifugiarono in un'isolotto dell'Egeo, ma furono avvistati e mitragliati da 2 aerei inglesi che riuscirono ad abbattere.Ormai scoperti decisero di tornare alla base di Taranto, ma appena fuori della rada, un sommergibile inglese li aspettava.Dopo una lunga lotta, riuscirono ad affondarlo e tornarono alla base con le bandiere esposte che indicavano l'esito della missione.Purtroppo gli inglesi negarono di aver subito perdite, ma mio nonno ricevette ugualmente l'encomio solenne per aver coordinato il tiro delle bombe di profondita' e delle mitragliatrici di bordo.....
mi diceva sempre che la verita' era custodita in due libri che furono scritti appena dopo la guerra e subito furono censurati, uno di essi si chiamava "Settembre nero" e qualche copia sfuggita alla censura, in giro ancora si trova.Le sue copie, purtroppo sono andate perse poiche' negli anni 70 le aveva prestate ad un suo amico reduce che non gli e le ha piu' restituite.E la storia di "gladio" e' tutta vera.....
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WinstonChurchill
Inviato il: Sabato, 09-Nov-2013, 15:06
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La ringrazio molto Sig. Castagna per questo suo contributo al topic. Anch'io ho sottolineato in più di un'occasione il coraggio e l'abnegazione dei nostri marinai e dei nostri ufficiali che, pur disponendo di mezzi e tecniche di impiego non sempre all'altezza della situazione, seppero tenere testa ad una grande marina. Fatta questa doverosa premessa ritengo però che tristi episodi come quello da Lei riportato e di cui sto cercando riscontro documentale (sarebbe molto importante, sotto questo profilo, riuscire a recuperare le pagine del diario di suo nonno), si siano vissuti da una parte e dall'altra. Per quanto riguarda la lacunosità delle fonti albioniche, se si riferisce al periodo bellico, non mi pare vi sia nulla di scandaloso: è normale che al fine di non fornire al nemico informazioni utili si occultino dati che potrebbero rivelare la consistenza della flotta ed il suo stato di approntamento, senza dimenticare che anche l'ufficio propaganda, al fine di evitare pericolose derive disfattiste sul fronte interno, esigeva la sua parte. Nei nostri cinegiornali d'epoca, che può rivedere sul sito dell'Istituto Luce, gli affondamenti di incrociatori e unità sottili inglesi si sprecano. Passando invece ad altro argomento, nell'elenco dei caduti del Roma (v. http://www.corazzataroma.info/L'elenco_dei_caduti ) ho trovato solamente un Sottocapo S.D.T. Vincenzo Castagna: potrebbe fornirmi qualche dato in più su suo zio? Qualora vi fosse un errore mi piacerebbe segnalarlo al figlio dell'Amm. Bergamini (persona straordinaria) che tanto si è prodigato per redigerlo e renderlo fruibile al pubblico, affinché possa provvedere alle opportune correzioni. Infine non mi risulta che il volume di Trizzino, “Settembre Nero” sia stato censurato: l'Autore subì un processo penale per il suo volume “Navi e Poltrone” che, inizialmente, se non ricordo male, venne anche ritirato dalle librerie. Entrambe le pubblicazioni oggi sono facilmente reperibili sul web. Mi riprometto, non appena riuscirò ad avere un attimo di tregua in casa, di affrontare anche gli affondamenti dichiarati dall'Orsa. Nel frattempo le rinnovo il ringraziamento per avere stimolato questa discussione.


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“Success is the ability to go from one failure to another with no loss of enthusiasm”

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de domenico
Inviato il: Sabato, 09-Nov-2013, 17:25
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QUOTE (WinstonChurchill @ Sabato, 09-Nov-2013, 14:06)
La ringrazio molto Sig. Castagna per questo suo contributo al topic. Anch'io ho sottolineato in più di un'occasione il coraggio e l'abnegazione dei nostri marinai e dei nostri ufficiali che, pur disponendo di mezzi e tecniche di  impiego non sempre all'altezza della situazione, seppero tenere testa ad una grande marina. Fatta questa doverosa premessa ritengo però che tristi episodi come quello da Lei riportato e di cui sto cercando riscontro documentale (sarebbe molto importante, sotto questo profilo, riuscire a recuperare le pagine del diario di suo nonno), si siano vissuti da una parte e dall'altra. Per quanto riguarda la lacunosità delle fonti albioniche, se si riferisce al periodo bellico, non mi pare vi sia nulla di scandaloso: è normale che al fine di non fornire al nemico informazioni utili si occultino dati che possano rivelare la consistenza della flotta ed il suo stato di approntamento, senza dimenticare che anche l'ufficio propaganda, al fine di evitare pericolose derive disfattiste sul fronte interno, esigeva la sua parte. Nei nostri cinegiornali d'epoca, che può rivedere sul sito dell'Istituto Luce, gli affondamenti di incrociatori e unità sottili inglesi si sprecano. Passando invece ad altro argomento, nell'elenco dei caduti del Roma (v. http://www.corazzataroma.info/L'elenco_dei_caduti ) ho trovato solamente un Sottocapo S.D.T. Vincenzo Castagna: potrebbe fornirmi qualche dato in più su suo zio? Qualora vi fosse un errore mi piacerebbe segnalarlo al figlio dell'Amm. Bergamini (persona straordinaria) che tanto si è prodigato per redigerlo e renderlo fruibile al pubblico, affinché possa provvedere alle opportune correzioni. Infine non mi risulta che il volume di Trizzino, “Settembre Nero” sia stato censurato: l'Autore subì un processo penale per il suo volume “Navi e Poltrone” che, inizialmente, se non ricordo male, venne anche ritirato dalle librerie. Entrambe le pubblicazioni oggi sono facilmente reperibili sul web. Mi riprometto, non appena riuscirò ad avere un attimo di tregua in casa, di affrontare anche gli affondamenti dichiarati dall'Orsa. Nel frattempo le rinnovo il ringraziamento per avere stimolato questa discussione.

Dal volume dell'Ufficio Storico della MM "La lotta antisommergibile", 1978, curato dall'Amm. di Div. Vitaliano Rauber, alla Tp ORSA vengono attribuite le seguenti azioni antisom:
15 luglio 1941, scorta convoglio di 5 P/fi da Tripoli a Napoli, con 3 Ct e 3 Tp tipo ORSA. Un smg inglese, P 33, silura e affonda la Mn BARBARIGO, di 5.293 tsl. Le Tp PROCIONE e ORSA e il Ct ALPINO (o ASCARI, secondo il Rohwer) lanciano molte bombe di profondità. Nessuna ipotesi di affondamento o danneggiamento di smg viene formulata da parte del caposcorta: in realtà invece secondo le fonti britanniche il battello riportò danni e una falla, per cui dovette rientrare a Malta.
Resoconto britannico (Da "The History of the British 'U' Class Submarine" di Derek Walters, Pen & Sword, 2004): L'attacco al BARBARIGO fu seguito da un feroce contrattacco delle navi scorta, della durata di un'ora e mezza e consistente in 116 bombe di profondità, un attacco più accurato del solito: il sommergibile venne danneggiato, sprofondando fino a 350 piedi [115 metri circa], una profondità che nessun battello classe "U" aveva mai raggiunta prima. Lo scafo resistente emetteva cigolii e alcuni bulloni saltarono, ma il battello sopravvisse. Interruppe la missione e fece ritorno a Malta.
Torniamo al volume dell'USMM.
Tardo autunno 1941: l'ORSA durante un periodo di tre mesi di lavori viene dotato di ecogoniometro [sonar attivo] tedesco (quelli italiani funzionavano male).
7 genn. 1942 ORSA, di scorta alla Mn PROBITAS nella zona delle isole Kerkennah (Tunisia), ottiene un contatto ecg e compie due attacchi con btg, vede apparire in superficie nafta e rottami di legno e ritiene di aver danneggiato il smg, valutazione poi confermata da Supermarina. Nella zona operavano due smg inglesi, URGE e UPRIGHT, che non effettuarono né riportarono attacchi. UPRIGHT dovette abbandonare la zona il 9 gennaio e rientrare a Malta per una perdita nel locale batteria. Probabilmente il contatto non era con un smg ma con un relitto sommerso, un errore dovuto ad insufficiente pratica nell'uso dell'ecg.
5 aprile 1942, azione di ricerca antisom, contatto con ecg, valutazione del smg: bersaglio affondato. Un smg inglese in zona avvertì caccia A/S a 15 miglia circa da lui.
29 agosto 1942, missione di scorta, contatto visuale e con ecg, valutazione del smg: risultato nullo. La Tp attaccò probabilmente un relitto.

Messaggio modificato da de domenico il Sabato, 09-Nov-2013, 19:00


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Inviato il: Sabato, 09-Nov-2013, 18:01
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QUOTE (WinstonChurchill @ Sabato, 09-Nov-2013, 14:06)
La ringrazio molto Sig. Castagna per questo suo contributo al topic. Anch'io ho sottolineato in più di un'occasione il coraggio e l'abnegazione dei nostri marinai e dei nostri ufficiali che, pur disponendo di mezzi e tecniche di impiego non sempre all'altezza della situazione, seppero tenere testa ad una grande marina. Fatta questa doverosa premessa ritengo però che tristi episodi come quello da Lei riportato e di cui sto cercando riscontro documentale (sarebbe molto importante, sotto questo profilo, riuscire a recuperare le pagine del diario di suo nonno), si siano vissuti da una parte e dall'altra. Per quanto riguarda la lacunosità delle fonti albioniche, se si riferisce al periodo bellico, non mi pare vi sia nulla di scandaloso: è normale che al fine di non fornire al nemico informazioni utili si occultino dati che possano rivelare la consistenza della flotta ed il suo stato di approntamento, senza dimenticare che anche l'ufficio propaganda, al fine di evitare pericolose derive disfattiste sul fronte interno, esigeva la sua parte. Nei nostri cinegiornali d'epoca, che può rivedere sul sito dell'Istituto Luce, gli affondamenti di incrociatori e unità sottili inglesi si sprecano. Passando invece ad altro argomento, nell'elenco dei caduti del Roma (v. http://www.corazzataroma.info/L'elenco_dei_caduti ) ho trovato solamente un Sottocapo S.D.T. Vincenzo Castagna: potrebbe fornirmi qualche dato in più su suo zio? Qualora vi fosse un errore mi piacerebbe segnalarlo al figlio dell'Amm. Bergamini (persona straordinaria) che tanto si è prodigato per redigerlo e renderlo fruibile al pubblico, affinché possa provvedere alle opportune correzioni. Infine non mi risulta che il volume di Trizzino, “Settembre Nero” sia stato censurato: l'Autore subì un processo penale per il suo volume “Navi e Poltrone” che, inizialmente, se non ricordo male, venne anche ritirato dalle librerie. Entrambe le pubblicazioni oggi sono facilmente reperibili sul web. Mi riprometto, non appena riuscirò ad avere un attimo di tregua in casa, di affrontare anche gli affondamenti dichiarati dall'Orsa. Nel frattempo le rinnovo il ringraziamento per avere stimolato questa discussione.

beh, mi fa piacere di aver dato un contributo seppur modesto alla discussione.
Per cio' che riguarda le foto, spero di riuscire a trovarne qualcuna a casa di mio zio e di poterle mettere a disposizione di tutti, per cio' che riguarda i vari episodi citati (ce ne sono altri), i ricordi sono frammentati e riportati dai miei nonni e dai miei genitori, ma casa mia non se ne parlava volentieri, soprattutto per non ricordare al nonno i brutti momenti.Sporadicamente pero' gli capitava di aprirsi e cominciava a parlare.....
Confermo che i libri in questione (anche navi e poltrone di cui non ricordavo il nome), furono appunto "ritirati dalle librerie", ma secondo mio nonno si trattava di pura censura perche' molte cose raccontate in quei libri erano assolutamente vere e la nuova democrazia nata su elezioni falsate (anche questo diceva mio nonno e adesso so che aveva ragione),aveva riassorbito molti ex fascisti in posti chiave della pubblica amministrazione, che ora con una camicia di diverso colore, tentavano in tutti i modi di ripulirsi la coscienza. E uno di questi modi era appunto quello di evitare la divulgazione di alcuni libri che nell'immediato dopoguerra mettevano in imbarazzo la fragile democrazia italiana.
Per cio' che riguarda mio zio, si chiamava Gennaro Castagna e fu tra i caduti dell'incrociatore Trento (ho confuso con la Roma e chiedo scusa).Mio nonno paterno si chiamava Vincenzo Castagna, ma pur avendo partecipato al 2°conflitto mondiale, mori' nel 1963 e quindi chiedero' lumi a mio padre per sapere in quale arma ha militato e su quale fronte.
appena possibile forniro' altre notizie e spero documentazione da poter mettere a disposizione di tutti.Purtroppo la mia famiglia vive a 1000Km. di distanza da me e non e' facile ottenere questo tipo di materiale. ma conto in una prossima visita per affrontare meglio la questione.grazie per lo spazio e a presto.
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de domenico
Inviato il: Sabato, 09-Nov-2013, 18:11
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Affondamento della LUPO. Da USMM, "La difesa del traffico con l'Africa settentrionale. Dal 1° ottobre 1942 alla caduta della Tunisia", a cura dell'amm. di Sq. Giuseppe Fioravanzo, 1964.
Convoglio C, partito da Napoli per Tripoli alle 2300 del 30 novembre 1942, composto dai mercantili CHISONE di 5.451 grt (carico di munizioni), VELOCE (carico di benzina in fusti) e DEVOLI, scortati dalle Tp LUPO (cap. corv. Giuseppe Folli, caposcorta), ARETUSA, SAGITTARIO. La cisterna DEVOLI e la Tp SAGITTARIO (quest'ultima per un'avaria) lasciano il convoglio alle 1935-2000 del 1° dicembre per andare a Trapani; SAGITTARIO viene sostituita dalla Tp ARDENTE, proveniente da Palermo per una caccia antisom. La sera del 2 dicembre, vicino alle Kerkennah, il P/fo VELOCE viene colpito da un siluro aereo e incendiato; LUPO rimane per dare assistenza ai naufraghi, le altre due Tp e il CHISONE proseguono la rotta. Durante la notte la LUPO, rimasta nella zona per assistere e prendere a bordo i superstiti del VELOCE in via di affondamento, viene attaccata dalla Force K uscita da Malta con i Ct JERVIS, JAVELIN, JANUS (oppure NUBIAN) e KELVIN e affondata in pochi minuti dopo un colpo in pieno sul ponte di comando. ARDENTE, dopo aver atteso l'alba per non essere a sua volta sorpresa nell'oscurità dalla Force K, ritorna indietro per salvare i superstiti, mentre ARETUSA e CHISONE proseguono ed entrano a Tripoli alle 1900 del 3 dicembre. ARDENTE giunge in zona alle 0845 e recupera tra le 1200 e le 1635 29 persone della LUPO e 72 del P/fo VELOCE. Alle 1340 aveva dovuto interrompere il salvataggio per evitare il siluro lanciatole da un aerosilurante inglese. Li porta a Palermo, dove arriva alle 0700 del 4 dicembre. Sulla LUPO 29 superstiti su 164 a bordo (tra cui un gruppo di militari di passaggio per il Nordafrica); morirono tutti gli ufficiali salvo il comandante in 2a. Sul VELOCE 63 vittime su 135 imbarcati (inclusi 79 militari di passaggio).

E ora vediamo il resoconto dei perfidi albionici. JERVIS, JAVELIN, NUBIAN e KELVIN salpano per intercettare un convoglio il 2 dicembre. Quando arrivano alle Kerkennah, i tre [sic] mercantili sono già stati affondati, ma la Tp LUPO era ancora nella zona. Usando il radar le navi britanniche si avvicinano fino ad una distanza di meno di 2.000 metri, quando il JERVIS accende il proiettore per illuminare la nave italiana e apre il fuoco. La prima salva ne demolisce il ponte di comando e la torpediniera viene ridotta ad un relitto in fiamme dai colpi sparatile da ciascuno dei ct che le sfilano di fronte a turno; affonda poco dopo. I ct ritornano a Malta.
Da Christopher Langtree, "The Kelly's. British J, K & N Class Destroyers of World War II", Chatham, 2002.

Messaggio modificato da de domenico il Sabato, 09-Nov-2013, 18:47


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Inviato il: Sabato, 09-Nov-2013, 19:06
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QUOTE (de domenico @ Sabato, 09-Nov-2013, 16:25)
QUOTE (WinstonChurchill @ Sabato, 09-Nov-2013, 14:06)
La ringrazio molto Sig. Castagna per questo suo contributo al topic. Anch'io ho sottolineato in più di un'occasione il coraggio e l'abnegazione dei nostri marinai e dei nostri ufficiali che, pur disponendo di mezzi e tecniche di  impiego non sempre all'altezza della situazione, seppero tenere testa ad una grande marina. Fatta questa doverosa premessa ritengo però che tristi episodi come quello da Lei riportato e di cui sto cercando riscontro documentale (sarebbe molto importante, sotto questo profilo, riuscire a recuperare le pagine del diario di suo nonno), si siano vissuti da una parte e dall'altra. Per quanto riguarda la lacunosità delle fonti albioniche, se si riferisce al periodo bellico, non mi pare vi sia nulla di scandaloso: è normale che al fine di non fornire al nemico informazioni utili si occultino dati che possano rivelare la consistenza della flotta ed il suo stato di approntamento, senza dimenticare che anche l'ufficio propaganda, al fine di evitare pericolose derive disfattiste sul fronte interno, esigeva la sua parte. Nei nostri cinegiornali d'epoca, che può rivedere sul sito dell'Istituto Luce, gli affondamenti di incrociatori e unità sottili inglesi si sprecano. Passando invece ad altro argomento, nell'elenco dei caduti del Roma (v. http://www.corazzataroma.info/L'elenco_dei_caduti ) ho trovato solamente un Sottocapo S.D.T. Vincenzo Castagna: potrebbe fornirmi qualche dato in più su suo zio? Qualora vi fosse un errore mi piacerebbe segnalarlo al figlio dell'Amm. Bergamini (persona straordinaria) che tanto si è prodigato per redigerlo e renderlo fruibile al pubblico, affinché possa provvedere alle opportune correzioni. Infine non mi risulta che il volume di Trizzino, “Settembre Nero” sia stato censurato: l'Autore subì un processo penale per il suo volume “Navi e Poltrone” che, inizialmente, se non ricordo male, venne anche ritirato dalle librerie. Entrambe le pubblicazioni oggi sono facilmente reperibili sul web. Mi riprometto, non appena riuscirò ad avere un attimo di tregua in casa, di affrontare anche gli affondamenti dichiarati dall'Orsa. Nel frattempo le rinnovo il ringraziamento per avere stimolato questa discussione.

Dal volume dell'Ufficio Storico della MM "La lotta antisommergibile", 1978, curato dall'Amm. di Div. Vitaliano Rauber, alla Tp ORSA vengono attribuite le seguenti azioni antisom:
15 luglio 1941, scorta convoglio di 5 P/fi da Tripoli a Napoli, con 3 Ct e 3 Tp tipo ORSA. Un smg inglese, P 33, silura e affonda la Mn BARBARIGO, di 5.293 tsl. Le Tp PROCIONE e ORSA e il Ct ALPINO (o ASCARI, secondo il Rohwer) lanciano molte bombe di profondità. Nessuna ipotesi di affondamento o danneggiamento di smg viene formulata da parte del caposcorta: in realtà invece secondo le fonti britanniche il battello riportò danni e una falla, per cui dovette rientrare a Malta. Resoconto britannico (Da "The History of the British 'U' Class Submarine" di Derek Walters, Pen & Sword, 2004): L'attacco al BARBARIGO fu seguito da un feroce contrattacco delle navi scorta, della durata di un'ora e mezza e consistente in 116 bombe di profondità, un attacco più accurato del solito: il sommergibile venne danneggiato, sprofondando fino a 350 piedi [115 metri circa], una profondità che nessun battello classe "U" aveva mai raggiunta prima. Lo scafo resistente emetteva cigolii e alcuni bulloni saltarono, ma il battello sopravvisse. Interruppe la missione e fece ritorno a Malta.
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Tardo autunno 1941: l'ORSA durante un periodo di tre mesi di lavori viene dotato di ecogoniometro [sonar attivo] tedesco (quelli italiani funzionavano male).
7 genn. 1942 ORSA, di scorta alla Mn PROBITAS nella zona delle isole Kerkennah (Tunisia), ottiene un contatto ecg e compie due attacchi con btg, vede apparire in superficie nafta e rottami di legno e ritiene di aver danneggiato il smg, valutazione poi confermata da Supermarina. Nella zona operavano due smg inglesi, URGE e UPRIGHT, che non effettuarono né riportarono attacchi. UPRIGHT dovette abbandonare la zona il 9 gennaio e rientrare a Malta per una perdita nel locale batteria. Probabilmente il contatto non era con un smg ma con un relitto sommerso, un errore dovuto ad insufficiente pratica nell'uso dell'ecg.
5 aprile 1942, azione di ricerca antisom, contatto con ecg, valutazione del smg: bersaglio affondato. Un smg inglese in zona avvertì caccia A/S a 15 miglia circa da lui.
29 agosto 1942, missione di scorta, contatto visuale e con ecg, valutazione del smg: risultato nullo. La Tp attaccò probabilmente un relitto.

su questa documentazione avrei dei dubbi, poiche' il sito wikipedia sembra molto piu' completo:http://it.wikipedia.org/wiki/Orsa_(F_558)
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Miky
Inviato il: Sabato, 09-Nov-2013, 20:47
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Inviato il: Domenica, 10-Nov-2013, 00:25
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QUOTE (Miky @ Sabato, 09-Nov-2013, 19:47)
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Ha un modo molto particolare di ringraziare...


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So che magari in qualche particolare sono poco preciso, ma i ricordi dei racconti sono frammentari e mi fido ciecamente di quello che mio nonno diceva.
Era orfano di guerra (suo padre mori' al fronte durante la grande guerra).Da piccolo, usufruendo di una legge dei fascisti che accoglievano gli orfani di guerra sotto le ali protettrici della madrepatria, fu spedito a Pola a studiare e a ricevere una qualifica specifica in base alle sue capacita', in questo caso come caposegnalatore (sono stato a Pola nel 2012 a visitare i luoghi descritti da mio nonno e li ho rivissuti con grande commozione).Tornato sull'isola di Ischia, (1932)fu destinato prima alla scuola segnalatori di Lacco Ameno dove insegnava i fari e i fanali ai giovani avieri, e poi alla custodia del faro di Punta Imperatore (Forio di Ischia).
Allo scoppio della guerra, si trovava a Napoli presso il comando di supermarina al quartiere Santa Lucia, dove svolgeva le mansioni di segretario presso il comando operazioni.Su sua richiesta decise di imbarcarsi e fu destinato alla torpediniera Lupo (ancora classificata come avviso di scorta) in qualita' di sott.le addetto alla rotta e al coordinamento tiro e in emergenza anche come infermiere, visto che spesso queste unita' erano sotto organico e ci si doveva arrangiare a ricoprire piu' ruoli.Dopo l'affondamento della torpediniera Lupo(Dicembre 1942), fu reimbarcato probabilmente sulla Saetta (mia nonna raccontava di due affondamenti subiti, Febbraio 1943) e poi sulla Orsa dove come comandante in seconda aveva il tenente di vascello Eugenio Henke. Nel Settembre del 43, si trovava a Roma di ritorno da una licenza premio e fu costretto alla macchia per non aver voluto combattere ne a fianco dei tedeschi ne degli alleati.Per diverse settimane si rifugio' con altri tre commilitoni nelle campagne romane, dove per sfuggire ai tedeschi, camminavano di notte e di giorno si rifugiavano nelle stalle dei contadini.Compravano il loro silenzio e un tozzo di pane con i denti d'oro che mio nonno si toglieva (ne aveva 5 o 6).Dopo un paio di mesi riuscirono a tornare a Napoli dove si mise a disposizione delle autorita'.Finita la guerra fu reintegrato nei ranghi col grado di capo di prima classe fino all'inizio degli anni 60, continuo' a prestare servizio presso il comando del quartiere santa Lucia di Napoli.Arrivo' a congedo per limiti di eta' intorno al 1970 e fu designato comandante dei vigili urbani del comune di Casamicciola Terme.Ricopri' questo incarico per 1 anno e poi fu segretario dell'ente Pio Monte della Misericordia (direi una onlus di oggi), fino alla fine degli anni 70.Questa e' la vita di mio nonno, gli episodi da lui citati sono stati molteplici, mi piacerebbe che indagando negli archivi della marina militare, si potesse far piena luce sulla sua storia militare come esempio di tanti caduti che come lui credevano davvero nella patria e non in un regime corrotto che sembrava decidere i destini di milioni di persone,senza tener conto dei sacrifici che sin li si erano fatti per tenere unita la nazione ormai stanca ed affamata, che di guerre ne aveva vissute fin troppe ma che di fronte al richiamo della patria non seppe dire di no e per questo ne pago' conseguenze gravissime.Pensate che dopo la grande guerra, mio nonno ancora infante (classe 1913), vide tornare a casa i resti di suo padre, ma durante il funerale, i gerarchi fascisti negarono al feretro l'ingresso al cimitero poiche' la famiglia non aveva la tessera fascista.Decisero quindi di buttare il feretro a mare (il cimitero diLacco Ameno, sull'isola di Ischia, si trova su uno strapiombo che guarda a mare) e cosi' fecero, non curanti del dolore della famiglia e sotto gli occhi di mio nonno che all'epoca aveva poco piu' di 10 anni.Avrebbe potuto emigrare in America con sua mamma che sposo' in seconde nozze un soldato americano, ma caparbio si rifiuto' e fu accolto nelle scuole della regia marina di Pola.Voleva servire l'Italia, non per i fascisti e lo fece finche' fu necessario finche' ne ebbe l'opportunita' e le forze, anche dopo la guerra e sotto varie forme, non ultima fu svelata la sua apparteneza a gladio dopo che il presidente Cossiga ne ammise l'esistenza.Questo so e questo vi racconto, forse e' poco, forse e' tanto, di sicuro e' la vita di Pietro Castaldi, classe 1913,nato a Lacco Ameno, piccolo comune dell'isola di Ischia.Le sue gesta, i suoi racconti, sono quelli di tanti che sono tornati vivi da quel terribile conflitto, o morti, ma che in egual misura hanno determinato quel benessere di cui oggi godiamo e di cui spesso i politici se ne dimenticano.
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Nessuno Sig. Castagna vuole mettere in discussione la buona fede di suo nonno ma le risultanze che emergono dalle più autorevoli fonti disponibili, italiane e straniere, allo stato confermano quanto riportato da Francesco che ringrazio per il prezioso aiuto e l'ottimo lavoro. Devo peraltro rilevare alcune incongruenze nel suo racconto che potremo chiarire solo se riuscirà a recuperare il foglio matricolare di suo nonno da cui si potranno ricavare i periodi di imbarco e le destinazioni a bordo. Infatti se Pietro Castaldi imbarcò sulla torpediniera Lupo (non mi risulta sia mai stata classificata come avviso scorta winks.gif ) sino al dicembre del 1942 e sul cacciatorpediniere Saetta sino al febbraio del 1943 difficilmente - salvo temporanee sostituzioni - avrebbe potuto trovarsi sull'Orsa nello stesso periodo. Rebus sic stantibus mi sembra improbabile che possa avere preso parte ad una o più delle azioni antisom condotte dall'Orsa in quell'arco temporale. Peraltro, pur volendo affidarsi, cosa che le sconsiglio vivamente, a Wikipedia, dal marzo al settembre del 1943 l'Orsa, secondo questa fonte, non rivendicò più alcun affondamento. Il "Tenente di Vascello" Henke, cui venne affidato il comando dell'unità (fu Comandante in Seconda sul C.T. Gioberti), nel marzo del 1942 risultava già promosso, per meriti di guerra, al grado di Capitano di Corvetta. Alla luce di tali considerazioni la inviterei quindi a recuperare la documentazione indicata (rectius il foglio matricolare di suo nonno) presso persomil seguendo le istruzioni riportate al seguente indirizzo: http://www.marina.difesa.it/STORIACULTURA/...ne/default.aspx . Infine non ho trovato, forse per mia distrazione, alcun Castaldi Pietro nell'elenco degli appartenenti a Gladio in cui compare solamente un Castaldi Giacomo: http://www.stay-behind.it/Zas/Documenti/re...ebbr%201991.pdf *.



*Ho scritto queste poche righe barcamenandomi tra un impegno familiare e l'altro quindi spero vorrete perdonare eventuali errori e/o omissioni.


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QUOTE (WinstonChurchill @ Domenica, 10-Nov-2013, 14:38)
Nessuno Sig. Castagna vuole mettere in discussione la buona fede di suo nonno ma le risultanze che emergono dalle più autorevoli fonti disponibili, italiane e straniere, allo stato confermano quanto riportato da Francesco che ringrazio per il prezioso aiuto e l'ottimo lavoro. Devo peraltro rilevare alcune incongruenze nel suo racconto che potremo chiarire solo se riuscirà a recuperare il foglio matricolare di suo nonno da cui si potranno ricavare i periodi di imbarco e le destinazioni a bordo. Infatti se Pietro Castaldi imbarcò sulla torpediniera Lupo (non mi risulta sia mai stata classificata come avviso scorta winks.gif ) sino al dicembre del 1942 e sul cacciatorpediniere Saetta sino al febbraio del 1943 difficilmente - salvo temporanee sostituzioni - avrebbe potuto trovarsi sull'Orsa nello stesso periodo. Rebus sic stantibus mi sembra improbabile che possa avere preso parte ad una o più delle azioni antisom condotte dall'Orsa in quell'arco temporale. Peraltro, pur volendo affidarsi, cosa che le sconsiglio vivamente, a Wikipedia, dal marzo al settembre del 1943 l'Orsa, secondo questa fonte, non rivendicò più alcun affondamento. Il "Tenente di Vascello" Henke, cui venne affidato il comando dell'unità (fu Comandante in Seconda sul C.T. Gioberti), nel marzo del 1942 risultava già promosso, per meriti di guerra, al grado di Capitano di Corvetta. Alla luce di tali considerazioni la inviterei quindi a recuperare la documentazione indicata (rectius il foglio matricolare di suo nonno) presso persomil seguendo le istruzioni riportate al seguente indirizzo: http://www.marina.difesa.it/STORIACULTURA/...ne/default.aspx . Infine non ho trovato, forse per mia distrazione, alcun Castaldi Pietro nell'elenco degli appartenenti a Gladio in cui compare solamente un Castaldi Giacomo: http://www.stay-behind.it/Zas/Documenti/re...ebbr%201991.pdf *.



*Ho scritto queste poche righe barcamenandomi tra un impegno familiare e l'altro quindi spero vorrete perdonare eventuali errori e/o omissioni.

A scanso di equivoci, posso solo ringraziarvi per il lavoro che fate poiche' immagino bene le difficolta' che ci siano nel ricostruire episodi cosi' lontani nel tempo di cui poche sono le documentazioni cartacee reperibili.Infatti il mio auspicio e' che con il vostro aiuto magari possa dare concretezza a quelli che sono racconti vecchi ormai di anni e i cui ricordi si perdono confusamente nel tran tran quotidiano.Volentieri seguiro' i vostri consigli e magari chi di voi potesse ulteriormente aiutarmi in base alle poche info che ho messo a vostra disposizione, non potrebbe che farmi piacere.Il problema fondamentale e ' che secondo mia mamma che ho sentito proprio stamane, mio nonno non aveva un diario di guerra, pero' alcuni documenti assieme alle onorificenze, sono certamente custodite da mio zio.Per cui sulle date c'e' probabile confusione, a parte qualche certezza come l'affondamento con la torpediniera Lupo e l'imbarco successivo sulla torpediniera Orsa, per le onorificenze e la sua conoscenza diretta con l'ammiraglio Henke non ci sono dubbi, pubblichero' una foto di una foto della torpediniera Orsa con dedica di Henke (questa sta a casa di mio fratello e non e' difficile da fare).Per quanto riguarda gladio, vorrei sottolineare che gli elenchi non sono completi, perche' secondo mio nonno molti nomi erano falsi e le vere identita' erano note solo ai capigruppo che convocavano gli aderenti per le esercitazioni (mio nonno andava spesso in Sardegna pur non avendo ne parenti ne interessi nel luogo).Per esempio Giacomo Castaldi era il nome di un parente di mio nonno che risiedeva in quegli anni in America......sicuramente non aveva nulla a che fare con gladio, ma magari poteva essere un nome di copertura o via dicendo.
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de domenico
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In tempi di conflitto generazionale acuto come questi, non può che far piacere sentire una persona che nutre fiducia incondizionata nella generazione precedente. Lo dico sinceramente.
Ma veniamo al nostro problema. Sulle azioni navali della seconda guerra mondiale, i documenti d'archivio largamente disponibili ormai in tutti i paesi hanno permesso di sciogliere la grandissima maggioranza dei dubbi, degli interrogativi rimasti aperti. E i molti lavori compiuti dagli studiosi in materia - io ne ho citati due italiani e due inglesi, pensando che fossero sufficienti, ma potevo attingere anche dai tedeschi, come Juergen Rohwer, che confermano quanto ho scritto - hanno approfondito quasi ogni aspetto delle campagne di guerra. Basarsi sulle fonti di un paese solo è infatti un grave limite, perché ognuno cerca di abbellire le azioni proprie: un limite che i nostri hanno patito fin troppo spesso.

Qualche volta, anzi spesso, i ricordi individuali confliggono con i resoconti (diari di guerra delle navi e dei reparti, fotografie ecc.). E qui mi soccorre un episodio che mi riguarda direttamente: mia madre e suo fratello avevano trascorso l'adolescenza a Zug, in Svizzera, estradati dall'Italia nel 1915 perché figli di un cittadino tedesco. Tornavano spesso separatamente in Svizzera per rivisitare il posto. Poi una volta, purtroppo, ci sono andati insieme. E hanno scoperto che i loro ricordi confliggevano: ognuno aveva individuato una casa diversa...Per dire che i ricordi spesso deformano i dati reali.

Ben altra cosa, invece, è la ricostruzione fictionale degli eventi storici. Com'è noto, l'Italia ha perso la guerra, ma non mancano ancora oggi coloro che ne attribuiscono le cause al tradimento, tipo il giornalista parafascista Trizzino con il suo "Navi e poltrone" (la Regia Marina era monarchica più che fascista, quindi per lui un bersaglio legittimo), allo spionaggio (ENIGMA e compagnia cantante), al radar. E ci sono quelli che propongono improbabili ricostruzioni dei fatti tendenti a dimostrare che noi avevamo in realtà vinto la guerra (l'unico problema è che nessuno ne aveva avvertito gli iinglesi...).
Non mancano quelli che ancora oggi attribuiscono credibilità al comandante Grossi, il ben noto e superdecorato affondatore immaginario di due corazzate americane con il suo smg BARBARIGO, corazzate che non c'erano, non ce n'era nemmeno una in Atlantico centrale, e lui aveva solo mancato - dico mancato - una corvetta inglese.
Il tutto mi richiama alla memoria una battuta di Franco Bargoni, uno dei nostri massimi storici navali, che oggi ha 90 anni e vive a Roma: "non gliene bastava una, proprio due ne doveva rivendicare" ...
L'atteggiamento di Bargoni nei confronti della guerra italiana emerge molto nettamente nella foto che allego - che mi gentilmente prestato - di lui giovane ufficiale di Marina addetto alla cifra, fatta a Taranto subito dopo il 10 settembre 1943, quando arrivarono le soverchianti forze alleate: ma come potevamo anche solo pensare di farcela con questi ...
Un saluto cordiale

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Messaggio modificato da de domenico il Lunedì, 11-Nov-2013, 11:50


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UN altro esempio, mio padre imbarcato sul Pola ricorda che il tranio fu tentato pre tre volte e si tuppe sempre il cavo perché davano subito l'"avanti tutta".
Da nessuna parte si rileva che ci fu il tempo per tentarlo.
Gli inglesi trovarono la navi, i CT più gli incrociatori, in linea di fila


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