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> A proposito del comandante Grossi e del BARBARIGO.
de domenico
Inviato il: Lunedì, 06-Gen-2014, 19:52
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Quanto capita di leggere ancora oggi dei resoconti diciamo pure un pochino "parziali" di eventi purtroppo abbondantemente noti, viene davvero voglia di rimettere a posto le cose.
Una prestigiosa rivista di storia ha appena fatto uscire il secondo numero monografico dedicato a "I sommergibili italiani 1940-1943": naturalmente, non poteva fare a meno di parlare del comandante Grossi e del suo smg BARBARIGO, con la famosa fiction delle due immaginarie corazzate americane affondate, le due medaglie d'oro al v.m. e la promozione sul campo attribuite (e poi revocate nel dopoguerra) e via dicendo. La ricostruzione della vicenda è abbastanza completa, anche se il tono è giustificativo degli errori "commessi in buona fede". Ma non è su questo che voglio concentrare l'attenzione.
Il fatto è che nel riportare il curriculum dell'ufficiale, gli autori scrivono "Affondamenti: due navi mercantili per 10.309 tsl".
Bene, vediamo un attimo di che cosa si tratta. Il BARBARIGO sotto il comando di Enzo Grossi attacca e affonda il 23 gennaio 1942 a 300 miglia a ovest di Cadice il mercantile spagnolo NAVEMAR, 5.301 o 5.473 tsl, costruito da Armstrong, Whitworth & Co. a Low Walker (Newcastle), varato 12.4.1921 e consegnato 10.1921 all'armatore norvegese D/S A/S Aker (gruppo Fearnley & Eger) di Oslo come FROGNER, passato sotto bandiera spagnola nel 1927 come CABO MAYOR per Ibarra y Cia di Siviglia, poi nel 1932 come NAVEMAR per la Cia Espanola de Navegaciòn Marìtima SA di Barcellona. La nave era poi rimasta bloccata a New York dall'ottobre 1936 e per tutta la durata della guerra civile spagnola (aprile 1939) a seguito di una lunga battaglia legale condotta dagli armatori (gli agenti a NY della Ibarra Marcelìno Garcìa e Manuel Dìaz) e dall'equipaggio contro il governo repubblicano spagnolo, che avrebbe voluto utilizzarla per le sue esigenze belliche.
La stessa nave era stata noleggiata dal 6 agosto al 12 settembre 1941 per trasportare da Cadice (Siviglia) via Lisbona, Bermuda e L'Avana a New York circa 1.120 profughi ebrei provenienti da Francia, Germania, Austria, Cecoslovacchia (di cui 6 morti durante il viaggio e molti altri ammalatisi di tifo date le condizioni disumane del trasporto, pagato a caro prezzo, nella stiva di una nave che aveva in precedenza trasportato carbone), e stava ora rientrando a Cadice (Siviglia) con un limitato carico di conserve alimentari e generi vari destinato alla Spagna. Quindi una nave neutrale e disarmata, per di più appartenente ad un paese non certo nemico dell'Asse. Due morti e 34 superstiti tra l'equipaggio, salvati dopo 40 ore dal naufragio dal piroscafo misto spagnolo ISLA DE TENERIFE, che ne aveva captato i segnali di soccorso. Anche ISLA DE TENERIFE, della Cia Trasmediterrànea, rientrava dall'aver trasportato dal 1° novembre 1941 a New York e a L'Avana dei profughi ebrei di vari paesi europei, al pari di altre navi della stessa compagnia.

Andiamo avanti. Il 18 maggio 1942, nel periodo finale della grande mattanza da parte degli U-Boote nelle acque americane (la US Navy infatti non riesce fino al maggio 1942 ad organizzare adeguatamente la navigazione mercantile in convogli scortati), al largo del Brasile, BARBARIGO attacca e danneggia con un siluro e 116 cannonate il cargo COMANDANTE LYRA, battente bandiera brasiliana, 5.052 o 5.753 tsl, in rotta da Recife per New Orleans con un carico di caffè in sacchi, nafta in barili, mica e legname. Una nave che era stata varata il 17.7.1919 da American International SB Corp. a Hog Island (USSB EFC Design #1022, Hog Island Type A) e consegnata il 30.8.1919 alla USSB/American Export Line come LIBERTY LAND (ex SEBEWA), nel 1925 ceduta alla Export SS Corp. di New York, nel 1928 ridenominata EXCELLENCY poi nel 1936 SOUTHLAND per la Moore Mc Cormack Gulf Lines. Ceduta con altre al Lloyd Brasileiro di Rio de Janeiro nel 1939-40 e ribattezzata COMANDANTE LYRA.
Si trattava di un altro mercantile neutrale (il Brasile dichiarerà guerra all'Italia e alla Germania solo tre mesi dopo, il 22/23 agosto 1942). Il cargo, abbandonato in fiamme dall'equipaggio e sbandato e ancora preso di mira da numerosi colpi di artiglieria dal smg, avendo emesso disperati segnali di soccorso viene assistito il 19 maggio da una Task Force americana (TF.23) con i vecchi incrociatori leggeri MILWAUKEE e CINCINNATI, che insieme al ct MCDOUGAL e poi all'altro CL OMAHA (le più importanti unità US Navy presenti nell'Atlantico centro-meridionale all'epoca) ne recuperano 41 dei 46 superstiti su 48 componenti dell'equipaggio. Il piccolo appoggio aerei (ex rimorchiatore/dragamine) americano THRUSH lo rimorchia poi a Fortaleza, dove arriva il 24 maggio con l'aiuto anche del rimorchiatore della marina brasiliana HEITOR PERDIGAO per esser riparato. Due giorni dopo il primo attacco, il 20 maggio, il BARBARIGO attacca e manca con i siluri il MILWAUKEE e il DD MOFFETT, che stavano recando assistenza al cargo danneggiato, e rivendica nientepopodimeno che l'affondamento della corazzata MARYLAND.

(segue)

Messaggio modificato da de domenico il Martedì, 07-Gen-2014, 18:54


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de domenico
Inviato il: Lunedì, 06-Gen-2014, 20:23
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(segue)
E veniamo all'unico reale successo del nostro comandante Grossi. Sempre nella stessa stagione, il 28/29 maggio 1942 attacca e affonda con siluri e cannonate il mercantile armato britannico CHARLBURY, costruito da Burntisland SB Co. Ltd., varato il 27.12.1939 e consegnato il 9.4.1940 alla Alexander Shipping Co. (Capper, Alexander & Co. Ltd.) di Cardiff, 4.836 tsl. La nave era in rotta da Cardiff a Buenos Aires con un carico di carbone. Era partita da Liverpool l'8 maggio con il convoglio scortato ON 93, poi il convoglio si era disperso (come sempre all'epoca) il 17 maggio in mezzo all'Atlantico e la nave aveva proseguito da sola, senza scorta: una costante dei bersagli del BARBARIGO, come in genere delle vittime di quel periodo di facile "mattanza" nelle acque americane, tutte navi mercantili isolate e non scortate. Ci sono due morti tra l'equipaggio, e i 40 superstiti vengono salvati il 1° giugno dall'incrociatore leggero americano OMAHA.
Di quest'ultimo affondamento vi è menzione nel pezzo appena pubblicato (come pure vi è il riferimento al cargo brasiliano danneggiato, peraltro obbligato perché collegato alla temeraria rivendicazione dell'affondamento della MARYLAND: ma non si dice che era neutrale, come del resto il cargo spagnolo. Su quest'ultimo, non una parola).

Non ho ulteriori commenti da fare.

P.S. Domani una foto del COMANDANTE LYRA (con bandiera brasiliana pitturata sullo scafo).

Messaggio modificato da de domenico il Mercoledì, 08-Gen-2014, 10:09


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Iscandar
Inviato il: Lunedì, 06-Gen-2014, 20:57
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io un commento c'è l'ho...


116 cannonate!?!?!? ma erano ubriachi???



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WinstonChurchill
Inviato il: Martedì, 07-Gen-2014, 00:34
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E pensare che uno degli Autori è pure un nostro iscritto. Speriamo che questa tua lectio magistralis serva a rettificare questa grave lacuna.


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de domenico
Inviato il: Martedì, 07-Gen-2014, 12:07
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Il piroscafo COMANDANTE LYRA, la prima nave brasiliana a restare vittima della guerra nell'Atlantico del Sud. Cinque giorni dopo il suo siluramento al largo di Cabo Sao Roque, e cioè il 23 maggio 1942, tra gli Stati Uniti e il Brasile venne concluso un Political Military Agreement che prevedeva la protezione dei mercantili brasiliani da parte della US Navy.


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Da Mark H. Goldberg, "The 'Hog Islanders'. The Story of 122 American Ships", American Merchant Marine Museum, 1991.

Messaggio modificato da de domenico il Martedì, 07-Gen-2014, 18:52


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de domenico
Inviato il: Martedì, 07-Gen-2014, 12:25
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La storia del NAVEMAR è interessante (se il comandante Grossi, che aveva la moglie a metà ebraica, avesse solo saputo che cosa stava affondando...).

NB- Ho fatto un po' di aggiornamenti ai post precedenti, per amor di completezza (proprio quella che fa difetto ai nostri illustri autori, che pure si dichiarano storici....).

http://en.wikipedia.org/wiki/SS_Navemar

Messaggio modificato da de domenico il Martedì, 07-Gen-2014, 12:49


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Odisseo
Inviato il: Martedì, 07-Gen-2014, 19:13
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QUOTE (Iscandar @ Lunedì, 06-Gen-2014, 19:57)
io un commento c'è l'ho ...
116 cannonate!?!?!? ma erano ubriachi???

Mio buon Riccardo, seduto sul bordo della vasca da bagno dalla quale controllo i movimenti della flotta, meditavo anch'io sul centinaio abbondante di colpi necessari al Barbarigo per fermare il mercantile.
Increspando le acque della vasca la mia flotta si è messa a traballare, probabilmente come un battello delle dimensioni del Barbarigo nell'Oceano Atlantico, cosa che probabilmente rendeva un tiro adeguato piuttosto difficile, anche in considerazione che - a pelo d'acqua - la visuale sull'orizzonte deve essere scarsa.

Poi mi sono posto un problema più serio: quei marinai quanti colpi avevano sparato in esercitazione? a quale addestramento erano stati sottoposti prima di essere inviati in Atlantico? e - una volta in Atlantico - quante ore (non giorni, per carità) di addestramento avevano potuto svolgere?

Ecco, penso che il momento critico della situazione di cui stiamo parlando sia lo stesso di tutta la guerra fascista: si va senza addestramento, senza preparazione, senza scorte, senza basi adeguate, senza una tattica operativa collaudata, con un sistema di trasmissione dei messaggi ampiamente penetrato dagli avversari, senza tante altre cose, contando solo sul fatto che vincere la guerra era un compito dei Tedeschi, noi ci avremmo messo un pugno di morti. Andò in maniera diversa.

A questo punto dire che responsabilità della sconfitta, delle stragi, dei bombardamenti sulle città indifese, del crollo dello Stato, è di Mussolini, complici il Re e le gerarchie militari e fasciste, è troppo tardi ed è amaro pensare a quanti marinai, soldati, aviatori, inermi abitanti delle nostre città, hanno dato la propria vita, la propria gioventù, per una follia.

... torniamo alle nostre navi ed alle fantasiose ricostruzioni del comandante Grossi.


EDIT: il primo che cita, come modello di esercitazione la Rivista H ... mi inc***o!!! smile.gif

Messaggio modificato da Odisseo il Martedì, 07-Gen-2014, 19:15


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Iscandar
Inviato il: Martedì, 07-Gen-2014, 21:39
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QUOTE (Odisseo @ Martedì, 07-Gen-2014, 18:13)
QUOTE (Iscandar @ Lunedì, 06-Gen-2014, 19:57)
io un commento c'è l'ho ...
116 cannonate!?!?!? ma erano ubriachi???

Mio buon Riccardo, seduto sul bordo della vasca da bagno dalla quale controllo i movimenti della flotta, meditavo anch'io sul centinaio abbondante di colpi necessari al Barbarigo per fermare il mercantile.
Increspando le acque della vasca la mia flotta si è messa a traballare, probabilmente come un battello delle dimensioni del Barbarigo nell'Oceano Atlantico, cosa che probabilmente rendeva un tiro adeguato piuttosto difficile, anche in considerazione che - a pelo d'acqua - la visuale sull'orizzonte deve essere scarsa.

Poi mi sono posto un problema più serio: quei marinai quanti colpi avevano sparato in esercitazione? a quale addestramento erano stati sottoposti prima di essere inviati in Atlantico? e - una volta in Atlantico - quante ore (non giorni, per carità) di addestramento avevano potuto svolgere?

Ecco, penso che il momento critico della situazione di cui stiamo parlando sia lo stesso di tutta la guerra fascista: si va senza addestramento, senza preparazione, senza scorte, senza basi adeguate, senza una tattica operativa collaudata, con un sistema di trasmissione dei messaggi ampiamente penetrato dagli avversari, senza tante altre cose, contando solo sul fatto che vincere la guerra era un compito dei Tedeschi, noi ci avremmo messo un pugno di morti. Andò in maniera diversa.

A questo punto dire che responsabilità della sconfitta, delle stragi, dei bombardamenti sulle città indifese, del crollo dello Stato, è di Mussolini, complici il Re e le gerarchie militari e fasciste, è troppo tardi ed è amaro pensare a quanti marinai, soldati, aviatori, inermi abitanti delle nostre città, hanno dato la propria vita, la propria gioventù, per una follia.

... torniamo alle nostre navi ed alle fantasiose ricostruzioni del comandante Grossi.


EDIT: il primo che cita, come modello di esercitazione la Rivista H ... mi inc***o!!! smile.gif

sono d'accordo sulle tue osservazioni, specialmente quella sull'addestramento, ma era una nave disarmata, ti avvicinavi a 10 metri e sparavi, n eusavi meno di proietti.

poi per la rivista ci sarebbero la rivista "B" (von Blomberg) o quella "H" (Horty) a te la scelta. biggrin.gif ph34r.gif


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de domenico
Inviato il: Mercoledì, 08-Gen-2014, 11:39
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La nave ISLA DE TENERIFE della Trasmediterranea, che ha soccorso i superstiti del NAVEMAR, con le insegne spagnole di neutralità ben visibili sullo scafo.




da www.trasmeships.es

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Miky
Inviato il: Mercoledì, 08-Gen-2014, 15:08
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Le insegne di nazionalità a murata immagino venissero illuminate di notte


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de domenico
Inviato il: Mercoledì, 08-Gen-2014, 18:01
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Sono finalmente riuscito a trovare una foto del piroscafo NAVEMAR con le insegne di neutralità.

Da http://www.royalgazette.com/article/201210...AND09/710069971


Gli errori erano comunque frequenti. Qui
http://www.ecured.cu/index.php/Anexo:Buque..._Guerra_Mundial

si trova un elenco di 7 mercantili spagnoli affondati da sommergibili tedeschi, 6 da italiani, 7 da britannici, 1 dai greci, 1 dai francesi.

E tuttavia quello che volevo sottolineare è che il nostro superdecorato futuro comandante di Betasom si trovava ad attaccare mercantili isolati, meglio se disarmati, e che su "due successi e mezzo" solo uno è stato conseguito contro una nave non neutrale, quindi "nemica", come usano dire i nostri noti storiografi ...

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Messaggio modificato da de domenico il Mercoledì, 08-Gen-2014, 18:20


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caponapoli2
Inviato il: Martedì, 21-Gen-2014, 23:05
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I casi della vita !:
il padre di un mio compagno di liceo,Giuseppe Russo da Benevento,era un sottufficiale rt imbarcato sul Barbarigo.Stranamente non ebbe mai voglia di conoscere mio padre,stessa qualifica,entrambi a Betasom.Idem mio padre che considerava il Barbarigo qualcosa di "appestato". In una sola occasione riuscii a strappare poche parole al capo Russo che asserì che lui i siluri li aveva sentiti esplodere nel tempo correlato ad un lancio a 1500 metri.Che poi avessero colpito una barca a remi,una portaerei o un pescecane lui non poteva sapere in quanto non era certo lui al periscopio,inoltre rumore di lamiere squarciate si era sentito per qualche istante sovrastato poi dalle urla di giubilo dell'equipaggio e dalla manovra di evasione a tutta forza per sottrarsi ad un'eventuale caccia che poi non ci fu. Una sua tesi indimostrabile è che Grossi prendendo fischi per fiaschi avesse invece silurato un altro sommergibile,perchè no tedesco o italiano........
Parimenti asseriva che gli scoppi li aveva sentiti tutto l'equipaggio.
Purtroppo non ho cercato nè effettuato ricerche relative agli atti del processo. Certo pensare che un'intero equipaggio potesse dichiarare il falso per meritare una qualche onoreficenza appare quanto meno improbabile e,nel caso,veramente disgustoso.


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Etna
Inviato il: Mercoledì, 22-Gen-2014, 10:32
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Ignoravo che uno degli autori fosse anche presente su
questo rispettabilissimo forum.
Detto questo,la ricostruzione metodica e precisa di FDD non
lascia spazi vuoti da poter riempire con teorie fantasiose
e forse non dimostrabili. Concordo anche con quanto aggiunto
da Caponapoli2 la cui capacità sia testimoniale sia documentale
è comprovata (ove mai ve ne fosse bisogno) dall'eccellente
lavoro che porta avanti da noi su Grupsom.
Il processo a cui fu sottoposto il Grossi e le deduzioni finali che
portarono alla sentenza,non appaiono esaustive,quanto meno
non chiudono definitivamente la vicenda.
Atteso che le corazzate dichiarate "affondate" ,galleggiassero
bellamente altrove, resta comunque a mezz'aria l'ormai
annosa domanda : cosa colpirono i siluri ? Se vi sono testimonianze
atte a certificare "lo schianto di lamiere" ,e prendendole per buone,
viene a priori esclusa una prematura esplosione dell'arma,tutt'altro che
infrequente a quei tempi ,tant'è che gli unici siluri funzionanti a dovere
erano i giapponesi Long Lance.
Ciò che lascia "basiti" è la assoluta mancanza di riscontri negli archivi
alleati.Certo,l'ipotesi di un altro battello in zona (qualunque fosse la
sua nazionalità) è pur sempre da tenere a mente , ma non appare fin'ora
che vi siano prove nel merito.
Torniamo allo "schianto di lamiere" : vale la pena soffermarsi su un particolare
e cioè che un battello colpito da siluro è pur vero che provoca rumori simili
ma ben più brevi di quelli prodotti da un mercantile in affondamento che costruttivamente è diversamente compartimentato.
Ciò significa che l'agonia dell'affondamento dà luogo a rumori di maggior durata
anche di fronte a casi di affondamenti veloci o repentini.
Cosa ascoltò l'equipaggio tutto preso dalle manovre di sganciamento ? Cosa sentirono gli idrofoni,minuto per minuto ? Esisterà una trascrizione dei rapporti verbali degli idrofonisti?
Tante domande senza risposta,e temo che così resteranno.
Etna


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caponapoli2
Inviato il: Mercoledì, 22-Gen-2014, 11:20
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Ben ritrovato comandante Etna,
personalmente credo alla buona fede del Russo e posso solo pensare all'imbarazzo che poteva provare nel rievocare la vicenda che precipitava un'equipaggio oltre al suo comandante negli abissi del disonore.Inoltre egli,mi sembra di ricordare,dovrebbe aver partecipato quale teste al processo asserendo di aver sentito le esplosioni correlate ad una corsa di 1500 metri e lo schianto di lamiere. Non mi stancherò di porre sempre lo stesso quesito: poteva mai un equipaggio al completo testimoniare il falso? Possibile che tra tutti non ci sia stato nessuno a cui Grossi stesse sulle.....? Appunto,i verbali dell'epoca dove sono?
Tutto falso,giornali di bordo,verbali etc?
Mah? La propaganda di regime ha esaltato la presunta impresa con i soliti toni più che enfatici,quella avversaria ha smontato tutto. I processi non hanno fatto vera chiarezza.Possibile che dopo tanti anni nulla emerga dagli archivi secretati su questa più che fumosa vicenda?
Effettivamente gli attacchi ai mercantili neutrali non rendono un buon servigio al comandante del Barbarigo e 116 colpi di cannone pur in condizioni di mare grosso appaiono una follia.Impreparazione fin che si vuole,ma a me risulta che il personale addetto all'artiglieria navale fosse ben preparato e poi,qui si parla di punteria diretta!!!! Potrebbe esserci un'altra spiegazione a post-posteriori : potrebbe esserci stata precedentemente un'esercitazione non contemplata e non riportata nel giornale di bordo ed il consumo di proiettili attribuito poi al combattimento.Non era una pratica del tutto inusuale.Speriamo nell'intervento di qualcuno che possa suggerire qualche altra ipotesi.


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Odisseo
Inviato il: Mercoledì, 22-Gen-2014, 17:32
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QUOTE (caponapoli2 @ Martedì, 21-Gen-2014, 22:05)
Idem mio padre che considerava il Barbarigo qualcosa di "appestato".

... questa "considerazione" di tuo padre, non ti porta a qualche conclusione logica ?


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